Credo in un'Italia diversa, Credo nella cultura del merito, nella solidarietà, nel rispetto delle regole, nei diritti uguali per tutti.Credo che sia necessario liberare le energie migliori di questo Paese per dar vita ad un Paese sereno e moderno, in cui si faccia strada il coraggio, la capacità, la speranza per un lavoro con un salario degno che valorizzi ogni individuo.Perchè ognuno possa costruire con fiducia il futuro, realizzare il proprio sogno.Su questa strada siamo in anti, liberi nello spirito e pronti ad impegnarci - senza essere spinti, né sostenuti da correnti - a portare finalmente nella politica italiana e nel nostro Paese una ventata di nuovo.In particolare credo che il Sen. Ignazio Marino possa ben incarnare il “nuovo” nel senso migliore della parola: Marino è persona che non avendo alle spalle una storia di ex ed avendo una visione laica dello Stato, pur essendo cattolico, nonché volendo dare il giusto valore al merito e non alla "appartenenza", potrebbe costituire quel momento di svolta che da tanto tempo aspettiamo.Per questo motivo mi permetto di sollecitare l'iscrizione al Partito Democratico, per poter sottoscrivere la sua candidatura alla fase congressualeL'iscrizione deve essere effettuata entro il 21 luglio e contestualmente sarebbe bene firmare il modulo (che potete scaricare dal sito ufficiale del PD nazionale) con l'indicazione del candidato, in quanto entro il 23 luglio le firme di sottoscrizione e le candidature devono essere depositate. E' stato, inoltre, allestito un sito per raccogliere e organizzare volontari per collaborare con il comitato a sostegno della candidatura di Ignazio Marino.
Il link è: http://www.scelgomarino.info/Chi vuole si può iscrivere, e diffondere...
Un abbraccio,n.
giovedì 9 luglio 2009
martedì 7 luglio 2009
La QUESTIONE SICUREZZA e il Sindaco ALEMANNO
Da un anno a questa parte nella nostra città stanno aumentando le aggressioni, le violenze sulle donne, i furti... la devianza giovanile cresce vertiginosamente così come i micro reati; la malavita organizzata si infiltra in maniera sempre più capillare nel nostro tessuto produttivo;
Prima lo leggevamo sui giornali e ci indignavamo. Adesso ne siamo colpiti personalmente e cominciamo ad avere veramente paura di non poter più girare tranquillamente nelle strade.
Sembra che sia diventato un fatto “normale” portare con sé con un coltello pronto per essere usato. Sembra che in questa città stiamo perdendo il senso del rispetto della propria vita e della vita altrui.
Un mese fa’, nel Quartiere Garbatella, due ragazzi sono stati aggrediti vigliaccamente alle spalle, insultati e rincorsi per strada: uno di loro è stato preso e accoltellato alla gamba.
Due mesi fa il Comune di Roma “dimenticava” – per poi trovare un escamotage di comodo per riparare alla gravità del fatto - di costituirsi Parte Civile nel procedimento per lo stupro di gruppo contro due cittadini olandesi, avvenuto a ponte Galeria nell’agosto dello scorso anno durante il governo Alemanno! Tale leggerezza ci fa riflettere sulla consapevolezza che il Comune ha rispetto al problema e l’intenzione di affrontarlo seriamente, malgrado l’approvazione « all’unanimita » della delibera che lo impegnava alla costituzione di parte civile in tutti i casi di stupro contro donne commessi a Roma.
Lo scorso 21 Gennaio - pochi giorni prima dell’altra terribile violenza commessa contro una minorenne nel parco della Caffarella e pochi giorni dopo quello che le cronache ricordano come lo stupro di capodanno - una donna di 41 anni è stata brutalmente violentata nel nostro Municipio, nella zona del Quartaccio in via Andersen.
Ad oggi ancora non ci è dato conoscere i colpevoli!
I cittadini hanno richiesto più volte – anche con la raccolta di firme - un confronto aperto con il presidente e la giunta municipale affinché venissero trovate insieme le più opportune soluzioni… Ma, probabilmente, la difficoltà del problema ha reso impossibile questo confronto, che infatti non se è mai tenuto!
Il confronto si è tenuto invece in un consiglio aperto sul problema relativo al piccolo campo rom attrezzato di via Lombroso, qui dietro al complesso del Santa Maria della Pietà.
Il nostro Municipio lo ha affrontato promettendo ai cittadini di Monte Mario che avrebbe spazzato via la minaccia rom - quando in realtà si tratta di persone piuttosto integrate – e l’avrebbe spostata di fatto in un nuovo campo da istituire in una non meglio identificata area della zona periferica di Tragliatella.
Tutto ciò, naturalmente all’insaputa degli abitanti di Tragliatella, perché i consigli aperti della Giunta Milioni si fanno lì dove si prevede l’applauso e non dove si temono i fischi!!!!
Caro sindaco, non siamo certo noi a doverLe spiegare che l’ordine pubblico va garantito sì con la repressione ma soprattutto con un’opera di prevenzione e di coinvolgimento.
Appare, purtroppo, evidente che per quanto riguarda gli stupri, la destra non sappia far altro che speculare.
Il Comune di Roma negli anni scorsi ha aperto e finanziato due centri antiviolenza e creato la Casa Internazionale delle Donne al Buon Pastore. Questo è esempio di un’attività concreta e quotidiana.
Ma la realtà attuale è quella dei vigili urbani senza mezzi e con personale sottodimensionato, della polizia che chiude i commissariati, delle volanti da riparare ferme nei garage e dei soldi per gli straordinari non stanziati.
Come si intende controllare il territorio se si spengono le luci e le telecamere situate nei luoghi sensibili non funzionano?
Sulla sicurezza è ora di passare ai fatti e porre la parola fine a mesi di demagogia alimentate dalle campagne della destra, inutili per i cittadini e destinate solo ad alimentare insicurezza e paure.
Per quanto riguarda le decisioni da assumere rispetto ai problemi delle popolazioni nomadi e dei residenti, è il caso di chiarire che il concetto di campo rom va superato.
E’ necessario - partendo dalla rilocalizzazione e ridefinizione dei campi - dare un segno tangibile all’inserimento delle popolazioni rom; è ora che si lavori per una adeguata integrazione scolastica e per il riconoscimento di cittadinanza dei rom presenti sul territorio romano.
I bambini devono vedere garantita l’ opportunità di frequentare la scuola e una volta diventati adulti – come già succede in molti casi – devono avere l’opportunità di un lavoro regolare ad oggi condizione resa impossibile per la mancanza di documenti d’identità, malgrado si tratti, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone nate in questa città.
È necessario utilizzare i fondi disponibili per evitare insediamenti spontanei che producono caos e intolleranza, non ridurre i campi attrezzati e ampliare quelli rimanenti, contribuendo così a complicarne la gestione e a moltiplicare le situazioni di sofferenza e pericolo.
E la promessa di una vigilanza armata fuori dei campi nomadi non può far altro che renderli sempre più ghetti, sempre più distanti da una possibile integrazione …
Sindaco, la sua campagna elettorale è stata condotta e vinta puntando principalmente sul fattore SICUREZZA.
Ma questa è la sicurezza che ci prometteva?
Con gli slogan e la propaganda non si risolvono i problemi. Ci vuole un’idea di società e di integrazione che fermi questa ondata di violenza perché noi
NON VOGLIAMO VIVERE NELLA PAURA.
Roma, 6 luglio 2009
Prima lo leggevamo sui giornali e ci indignavamo. Adesso ne siamo colpiti personalmente e cominciamo ad avere veramente paura di non poter più girare tranquillamente nelle strade.
Sembra che sia diventato un fatto “normale” portare con sé con un coltello pronto per essere usato. Sembra che in questa città stiamo perdendo il senso del rispetto della propria vita e della vita altrui.
Un mese fa’, nel Quartiere Garbatella, due ragazzi sono stati aggrediti vigliaccamente alle spalle, insultati e rincorsi per strada: uno di loro è stato preso e accoltellato alla gamba.
Due mesi fa il Comune di Roma “dimenticava” – per poi trovare un escamotage di comodo per riparare alla gravità del fatto - di costituirsi Parte Civile nel procedimento per lo stupro di gruppo contro due cittadini olandesi, avvenuto a ponte Galeria nell’agosto dello scorso anno durante il governo Alemanno! Tale leggerezza ci fa riflettere sulla consapevolezza che il Comune ha rispetto al problema e l’intenzione di affrontarlo seriamente, malgrado l’approvazione « all’unanimita » della delibera che lo impegnava alla costituzione di parte civile in tutti i casi di stupro contro donne commessi a Roma.
Lo scorso 21 Gennaio - pochi giorni prima dell’altra terribile violenza commessa contro una minorenne nel parco della Caffarella e pochi giorni dopo quello che le cronache ricordano come lo stupro di capodanno - una donna di 41 anni è stata brutalmente violentata nel nostro Municipio, nella zona del Quartaccio in via Andersen.
Ad oggi ancora non ci è dato conoscere i colpevoli!
I cittadini hanno richiesto più volte – anche con la raccolta di firme - un confronto aperto con il presidente e la giunta municipale affinché venissero trovate insieme le più opportune soluzioni… Ma, probabilmente, la difficoltà del problema ha reso impossibile questo confronto, che infatti non se è mai tenuto!
Il confronto si è tenuto invece in un consiglio aperto sul problema relativo al piccolo campo rom attrezzato di via Lombroso, qui dietro al complesso del Santa Maria della Pietà.
Il nostro Municipio lo ha affrontato promettendo ai cittadini di Monte Mario che avrebbe spazzato via la minaccia rom - quando in realtà si tratta di persone piuttosto integrate – e l’avrebbe spostata di fatto in un nuovo campo da istituire in una non meglio identificata area della zona periferica di Tragliatella.
Tutto ciò, naturalmente all’insaputa degli abitanti di Tragliatella, perché i consigli aperti della Giunta Milioni si fanno lì dove si prevede l’applauso e non dove si temono i fischi!!!!
Caro sindaco, non siamo certo noi a doverLe spiegare che l’ordine pubblico va garantito sì con la repressione ma soprattutto con un’opera di prevenzione e di coinvolgimento.
Appare, purtroppo, evidente che per quanto riguarda gli stupri, la destra non sappia far altro che speculare.
Il Comune di Roma negli anni scorsi ha aperto e finanziato due centri antiviolenza e creato la Casa Internazionale delle Donne al Buon Pastore. Questo è esempio di un’attività concreta e quotidiana.
Ma la realtà attuale è quella dei vigili urbani senza mezzi e con personale sottodimensionato, della polizia che chiude i commissariati, delle volanti da riparare ferme nei garage e dei soldi per gli straordinari non stanziati.
Come si intende controllare il territorio se si spengono le luci e le telecamere situate nei luoghi sensibili non funzionano?
Sulla sicurezza è ora di passare ai fatti e porre la parola fine a mesi di demagogia alimentate dalle campagne della destra, inutili per i cittadini e destinate solo ad alimentare insicurezza e paure.
Per quanto riguarda le decisioni da assumere rispetto ai problemi delle popolazioni nomadi e dei residenti, è il caso di chiarire che il concetto di campo rom va superato.
E’ necessario - partendo dalla rilocalizzazione e ridefinizione dei campi - dare un segno tangibile all’inserimento delle popolazioni rom; è ora che si lavori per una adeguata integrazione scolastica e per il riconoscimento di cittadinanza dei rom presenti sul territorio romano.
I bambini devono vedere garantita l’ opportunità di frequentare la scuola e una volta diventati adulti – come già succede in molti casi – devono avere l’opportunità di un lavoro regolare ad oggi condizione resa impossibile per la mancanza di documenti d’identità, malgrado si tratti, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone nate in questa città.
È necessario utilizzare i fondi disponibili per evitare insediamenti spontanei che producono caos e intolleranza, non ridurre i campi attrezzati e ampliare quelli rimanenti, contribuendo così a complicarne la gestione e a moltiplicare le situazioni di sofferenza e pericolo.
E la promessa di una vigilanza armata fuori dei campi nomadi non può far altro che renderli sempre più ghetti, sempre più distanti da una possibile integrazione …
Sindaco, la sua campagna elettorale è stata condotta e vinta puntando principalmente sul fattore SICUREZZA.
Ma questa è la sicurezza che ci prometteva?
Con gli slogan e la propaganda non si risolvono i problemi. Ci vuole un’idea di società e di integrazione che fermi questa ondata di violenza perché noi
NON VOGLIAMO VIVERE NELLA PAURA.
Roma, 6 luglio 2009
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