Da un anno a questa parte nella nostra città stanno aumentando le aggressioni, le violenze sulle donne, i furti... la devianza giovanile cresce vertiginosamente così come i micro reati; la malavita organizzata si infiltra in maniera sempre più capillare nel nostro tessuto produttivo;
Prima lo leggevamo sui giornali e ci indignavamo. Adesso ne siamo colpiti personalmente e cominciamo ad avere veramente paura di non poter più girare tranquillamente nelle strade.
Sembra che sia diventato un fatto “normale” portare con sé con un coltello pronto per essere usato. Sembra che in questa città stiamo perdendo il senso del rispetto della propria vita e della vita altrui.
Un mese fa’, nel Quartiere Garbatella, due ragazzi sono stati aggrediti vigliaccamente alle spalle, insultati e rincorsi per strada: uno di loro è stato preso e accoltellato alla gamba.
Due mesi fa il Comune di Roma “dimenticava” – per poi trovare un escamotage di comodo per riparare alla gravità del fatto - di costituirsi Parte Civile nel procedimento per lo stupro di gruppo contro due cittadini olandesi, avvenuto a ponte Galeria nell’agosto dello scorso anno durante il governo Alemanno! Tale leggerezza ci fa riflettere sulla consapevolezza che il Comune ha rispetto al problema e l’intenzione di affrontarlo seriamente, malgrado l’approvazione « all’unanimita » della delibera che lo impegnava alla costituzione di parte civile in tutti i casi di stupro contro donne commessi a Roma.
Lo scorso 21 Gennaio - pochi giorni prima dell’altra terribile violenza commessa contro una minorenne nel parco della Caffarella e pochi giorni dopo quello che le cronache ricordano come lo stupro di capodanno - una donna di 41 anni è stata brutalmente violentata nel nostro Municipio, nella zona del Quartaccio in via Andersen.
Ad oggi ancora non ci è dato conoscere i colpevoli!
I cittadini hanno richiesto più volte – anche con la raccolta di firme - un confronto aperto con il presidente e la giunta municipale affinché venissero trovate insieme le più opportune soluzioni… Ma, probabilmente, la difficoltà del problema ha reso impossibile questo confronto, che infatti non se è mai tenuto!
Il confronto si è tenuto invece in un consiglio aperto sul problema relativo al piccolo campo rom attrezzato di via Lombroso, qui dietro al complesso del Santa Maria della Pietà.
Il nostro Municipio lo ha affrontato promettendo ai cittadini di Monte Mario che avrebbe spazzato via la minaccia rom - quando in realtà si tratta di persone piuttosto integrate – e l’avrebbe spostata di fatto in un nuovo campo da istituire in una non meglio identificata area della zona periferica di Tragliatella.
Tutto ciò, naturalmente all’insaputa degli abitanti di Tragliatella, perché i consigli aperti della Giunta Milioni si fanno lì dove si prevede l’applauso e non dove si temono i fischi!!!!
Caro sindaco, non siamo certo noi a doverLe spiegare che l’ordine pubblico va garantito sì con la repressione ma soprattutto con un’opera di prevenzione e di coinvolgimento.
Appare, purtroppo, evidente che per quanto riguarda gli stupri, la destra non sappia far altro che speculare.
Il Comune di Roma negli anni scorsi ha aperto e finanziato due centri antiviolenza e creato la Casa Internazionale delle Donne al Buon Pastore. Questo è esempio di un’attività concreta e quotidiana.
Ma la realtà attuale è quella dei vigili urbani senza mezzi e con personale sottodimensionato, della polizia che chiude i commissariati, delle volanti da riparare ferme nei garage e dei soldi per gli straordinari non stanziati.
Come si intende controllare il territorio se si spengono le luci e le telecamere situate nei luoghi sensibili non funzionano?
Sulla sicurezza è ora di passare ai fatti e porre la parola fine a mesi di demagogia alimentate dalle campagne della destra, inutili per i cittadini e destinate solo ad alimentare insicurezza e paure.
Per quanto riguarda le decisioni da assumere rispetto ai problemi delle popolazioni nomadi e dei residenti, è il caso di chiarire che il concetto di campo rom va superato.
E’ necessario - partendo dalla rilocalizzazione e ridefinizione dei campi - dare un segno tangibile all’inserimento delle popolazioni rom; è ora che si lavori per una adeguata integrazione scolastica e per il riconoscimento di cittadinanza dei rom presenti sul territorio romano.
I bambini devono vedere garantita l’ opportunità di frequentare la scuola e una volta diventati adulti – come già succede in molti casi – devono avere l’opportunità di un lavoro regolare ad oggi condizione resa impossibile per la mancanza di documenti d’identità, malgrado si tratti, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone nate in questa città.
È necessario utilizzare i fondi disponibili per evitare insediamenti spontanei che producono caos e intolleranza, non ridurre i campi attrezzati e ampliare quelli rimanenti, contribuendo così a complicarne la gestione e a moltiplicare le situazioni di sofferenza e pericolo.
E la promessa di una vigilanza armata fuori dei campi nomadi non può far altro che renderli sempre più ghetti, sempre più distanti da una possibile integrazione …
Sindaco, la sua campagna elettorale è stata condotta e vinta puntando principalmente sul fattore SICUREZZA.
Ma questa è la sicurezza che ci prometteva?
Con gli slogan e la propaganda non si risolvono i problemi. Ci vuole un’idea di società e di integrazione che fermi questa ondata di violenza perché noi
NON VOGLIAMO VIVERE NELLA PAURA.
Roma, 6 luglio 2009
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