mercoledì 17 dicembre 2008
Senza indulgenze
La richiesta d'arresto di un deputato in Basilicata, per presunte tangenti legate al petrolio, l'arresto del sindaco di Pescara per il sospetto di tangenti sugli appalti. Dopo i casi di Napoli e Firenze, sul Pd l'onda giudiziaria cresce e anche se bisogna ripetere come sempre che dobbiamo attendere i risultati dell'inchiesta prima di formulare giudizi, questo è il momento di afferrare quel partito per i capelli, prima che affondi. Nessuno può pensare, onestamente, che il Pd sia un rifugio di faccendieri. Ma non c'è alcun dubbio che se nel Paese il problema della corruzione è riesploso, nel confine critico tra la politica e gli affari, i Democratici si mostrano oggi vulnerabili e permeabili al malcostume nella loro periferia assessorile, mentre le speranze e le attese che accompagnarono la nascita del Pd erano ben diverse. Scricchiolano entrambi gli elementi della coppia con cui il Pd presentò la sua novità: la moralità pubblica, l'innovazione politica. È difficile infatti non legare le notizie che arrivano dalle Procure con la débacle elettorale in Abruzzo, e soprattutto con l'astensionismo di sinistra che l'ha preparata, dando spazio solo a Di Pietro, ambiguo alleato-concorrente. L'unico rimedio è uno strappo di innovazione che faccia piazza pulita di vecchi apparati e di metodi ancora più vecchi, renda il partito trasparente, contendibile e aperto a forze davvero nuove nella società, col rischio necessario del ricambio. Per fare questo, serve una classe dirigente coraggiosa e consapevole del pericolo mortale che corre, perché indulgenze e ritardi oggi - quando il Paese in crisi avrebbe bisogno di un pensiero e di una politica davvero alternativi alla destra - sono peggio che errori: sono colpe.
(17 dicembre 2008)
venerdì 5 dicembre 2008
I diritti di Cittadinanza
Apertura di uno sportello di informazione e orientamento per i
cittadini Italiani e stranieri presso il Circolo PD di Ponte Milvio
in collaborazione con le associazioni:
Equovadis
“3 Febbraio”
Illustrerà il progetto l'Avv. Laura Gigli
Interverranno
MARCELLA LUCIDI
(Sottosegretario all'Interno nell'ultimo Governo Prodi)
MARCO PACCIOTTI
(Responsabile Nazionale Iniziativa Politica)
Venerdì 5 Dicembre, ore 19
Circolo PD Ponte Milvio
Via della Farnesina, 37
mercoledì 5 novembre 2008
LA LETTERA di NELSON MANDELA

lunedì 27 ottobre 2008
IL CONTRIBUTO DEI CRISTIANO SOCIALI DEL LAZIO
Abbiamo fortemente voluto la nascita della casa comune dei riformisti, come convergenza delle diverse tradizioni del riformismo italiano in una nuova cultura politica, in un progetto in grado di governare l’Italia nel XXI secolo. E per questo percorso abbiamo lavorato duro, dando un convinto contributo fin dalla nostra nascita nel 1993, quando con Pierre Carniti ed Ermanno Gorrieri abbiamo creduto alla necessità politica di una presenza organizzata dei cristiani nello schieramento allora cosiddetto progressista.
Una storia, dunque, che viene da lontano, fortemente caratterizzata dall’impegno costante su alcune grandi questioni di fondo: l’opzione preferenziale per gli ultimi e per chi non ha voce, l’obiettivo dell’uguaglianza concretamente realizzabile; la laicità delle istituzioni come profilo ineludibile dell’impegno politico dei cristiani, l’eticità della politica, discriminante che non ammette deroghe.
Stiamo invece assistendo ad un percorso dal quale non sta nascendo qualcosa di nuovo. Anzi: sembrano prevalere ancora vecchie derive, dispute e controversie non sempre decifrabili. Vediamo dissiparsi lo spirito unitario e l’entusiasmo che avevano accompagnato l’esperienza dell’Ulivo e si erano poi proiettati nella costruzione del partito nuovo. A tutto discapito della produzione politica e del confronto con chi ci ha dato fiducia.
Siamo sempre più convinti che il PD avrà senso e forza solo se sarà un partito popolare, fondato su un rapporto diretto e quotidiano con le comunità, i cittadini, gli elettori. Se coltiverà la capacità di motivarli a partecipare e a votare sulla base di una condivisione di valori e di progetto. Un partito che faccia ancora della questione morale un proprio carattere irrinunciabile e distintivo. Nonostante tutto, anzi proprio perché sembra essere un tema assai poco spendibile sul piano dei consensi.
Il partito deve inoltre diventare in prima istanza l’occasione privilegiata per quella democrazia partecipativa che progetta per il paese: dirigenti scelti dagli iscritti e non dai notabili; primarie per selezionare le candidature; radicamento popolare. Abbiamo bisogno, anche nella nostra regione, di dare un segno di discontinuità nelle cariche dirigenziali.
Un partito che sappia nell’insieme rielaborare idee, cultura, riflessione. Che abbia lo sguardo lungo di chi progetta dopo aver analizzato, studiato, confrontato proposte senza l’ansia di un immediato riscontro elettorale, ma con la convinzione che il cammino da fare richiede fatica, sforzo, coerenza e costanza.
Come è emerso con forza al nostro VI Convegno nazionale di studi ad Assisi (“I cristiani e le nuove sfide della politica. Democrazia, giustizia, bene comune”, che ha visto la partecipazione di quasi 300 persone fra rappresentanti del movimento e amici), nella vita quotidiana del partito vediamo invece affermarsi una tendenza ad una forte concentrazione di responsabilità sulla leadership nazionale, e insieme l’organizzazione per aggregazioni fortemente personalizzate. È un processo inquietante perché di fatto indebolisce l’unità e la dimensione associativa del partito, la sua leadership e lo stesso processo costituente.
Il PD ha bisogno, a tutti i livelli, di una leadership forte e collegiale insieme, che sappia suscitare e mobilitare energie, coinvolgere a pieno titolo i giovani e le donne, vivendo attraverso le sue proposte e le sue lotte nella società.
È poi necessario che nel Partito aree e posizioni culturali diverse, poiché sono fonte di dibattito vitale, anche come voci di organizzazioni e istanze sociali differenti, quindi di maggiore ricchezza per tutti, trovino un’adeguata presenza fondata non su mere logiche di potere o di appartenenze correntizie, ma sulla feconda opportunità di fare sintesi proficua a partire da un patrimonio di idee e di valori consolidati e riconosciuti nel Paese prima ancora che nel partito.
Solo così saremo capaci di dare un’anima e un’identità al partito che stiamo formando.
Condividiamo quanto è stato già detto e scritto in altre sedi (vedi il Circolo PD di Donna Olimpia), e lo facciamo nostro.
“E’ necessario che la selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature passi fin da subito dalla prassi della cooptazione, dal criterio della fedeltà a questo o quel capocordata, dal dibattito pseudopolitico, alla valorizzazione dei meriti e delle competenze in un aperto confronto democratico fra idee e posizioni diverse. E’ necessario a tal fine un patto di lealtà e di collaborazione fra la generazione di dirigenti che ha guidato finora il Partito romano e le nuove generazioni che in questi anni sono cresciute dentro e attorno a esso, tanto nei partiti che, sciogliendosi, gli hanno dato vita quanto in altre forze politiche e nella società civile.
Per realizzare anche a livello romano gli scopi per i quali il PD è stato fondato, è necessario in primo luogo incidere sui processi decisionali e sui modi di formazione dei gruppi dirigenti. Occorre che in entrambi i casi siano coinvolte le strutture di base e che sia favorita la più ampia partecipazione degli aderenti e dei cittadini mediante il ricorso sistematico al metodo delle primarie per la formazione delle candidature alle cariche elettive cui il Partito concorre (quanto meno a quelle monocratiche), come è previsto dallo Statuto ed è stato recentemente ribadito dal Segretario”.
C’è un lavoro lungo da fare.
Allargare la base della partecipazione coinvolgendo iscritti, elettori e cittadini nelle scelte di contenuto e nella selezione della classe dirigente; far diventare praticabili, trasparenti ed effettivamente democratiche le sedi decisionali ad ogni livello; adottare procedure trasparenti di selezione della classe dirigente; coordinare il lavoro dei Circoli con organismi agili e partecipati; prevedere anche a livello locale una Conferenza programmatica in grado di tradurre in scelte politiche strategiche e praticabili, le idee e le proposte che un’ampia consultazione di base sarà capace di avanzare; attivare forme di comunicazione circolare, affinché ciascuno e tutti sappiano cosa sta avvenendo, quale sia il processo avviato e i passi che si vanno susseguendo.
Sono questi i punti su cui noi Cristiano sociali non intendiamo retrocedere nella nostra azione politica. Anzi, pensiamo che siano elementi che possono qualificare l’identità e l’azione del partito e per i quali abbiamo intenzione di spendere ancora le nostre risorse umane e ideali.
Mettendoci a disposizione per il confronto e la discussione. Per rilanciare il Partito e soprattutto ridare al Paese, e alla nostra città, un governo che ponga il bene comune come base di partenza del tessuto civile collettivo che unisce una popolazione.
Il coordinamento regionale del Movimento dei Cristiano sociali del Lazio
Roma 20 ottobre 2008

00135 Roma tel 333-8018686, assonofrio@libero.it
Vi invita
ad una mattinata di incontro/confronto
con le Associazioni ed i Comitati
della Rete del XIX Muncipio
e del Parco del Pineto
Domenica 9 novembre 2008
Alle ore 10.00
presso il Parco Sant’Onofrio
Sarà l’occasione per avviare forme di coordinamento tra le Associazioni ed i Comitati su alcuni temi cruciali concernenti il verde e la viabilita’ dei nostri quartieri
Seguira’ un momento conviviale
a base di
castagne e vino novello
Vi aspettiamo numerosi !!!!!
L’INGRESSO AL PARCO È IN VIA MORANDI,
DI FIANCO LA SCUOLA NAZARIO SAURO
venerdì 24 ottobre 2008
Con noi al Circo Massimo

ti scrivo per chiederti di essere con noi, il prossimo 25 ottobre, partecipando alla grande manifestazione nazionale che il Partito Democratico ha indetto per quel giorno a Roma.Sarà la tappa conclusiva del cammino iniziato questa estate con la raccolta di milioni di firme per “salvare l’Italia” dal declino politico, economico e morale al quale il governo della destra sta contribuendo in modo determinante con le sue scelte, con le sue decisioni.Si tratta di scelte e decisioni che hanno avuto fin qui un solo fondamentale scopo, quello di tutelare e garantire gli interessi personali del Presidente del Consiglio, e almeno due gravissimi risultati: aver riportato il nostro Paese al tempo dei conflitti istituzionali, delle leggi ad personam e della confusione tra interessi privati e cosa pubblica; aver ribaltato la giusta gerarchia delle priorità, lasciando all’ultimo posto i veri problemi degli italiani, alle prese con un generale e diffuso impoverimento, con salari e stipendi che hanno perso potere d’acquisto, con pensioni che non bastano più per arrivare a fine mese, con risparmi che rischiano di perdere il loro valore. Tutto questo mentre le risorse per le forze dell’ordine vengono ridotte e il diritto alla sicurezza dei cittadini, al di là delle frasi roboanti e demagogiche, è meno garantito di prima, e mentre la scuola, vera chiave per il futuro dei nostri figli e per la competitività del Paese, viene considerata solo come un costo da tagliare.Per questo il Partito Democratico ha voluto una grande manifestazione: perché siamo preoccupati per l’Italia, e perché vogliamo dare voce a milioni di italiani che non ne possono più delle politiche del governo e che aspettano altre risposte, risposte vere e concrete, alle loro domande e ai loro bisogni.Io sono convinto che la giornata del 25 ottobre sarà un altro dei momenti “costitutivi”, un altro dei momenti che delineeranno l’identità del nostro partito, come è avvenuto lungo tutta la campagna elettorale e come è stato, ovviamente, in primo luogo con la straordinaria e indimenticabile partecipazione alle primarie dello scorso 14 ottobre, quando anche grazie a te, alla tua passione civile, alla tua voglia di esserci, è nato in un modo che non ha precedenti nella storia e nel mondo il Partito Democratico.È per tutto questo, per il bene dell’Italia e per dare slancio al nostro cammino di innovazione, per far essere il Partito Democratico ciò che è scritto come una promessa nel suo atto di nascita, che dobbiamo essere in tanti a Roma, insieme a noi, il prossimo 25 ottobre.
Walter Veltroni
Abbiamo deciso di dare il seguente appuntamento a tutti i circoli del Pd del nostro Municipio, ai cittadini, ai simpatizzanti, alle associazioni per compiere insieme il percorso del corteo dietro lo striscione “PD Municipio 19”. Partecipiamo tutti!
appuntamento alle ore 13.30 di sabato 25 ottobre a Piazza della Repubblica all’angolo con il Mc Donald con lo striscione “PD Municipio 19”
lunedì 13 ottobre 2008
GIOVEDI 16 OTTOBRE
ORE 18,30
BIBLIOTECA F. BASAGLIAVIA F. BORROMEO, 67
Il 16 ottobre si ricorda la razzia e la deportazione degli ebrei romani nei campi di sterminio tedeschi nel 1943.
Nei campi morirono 6 milioni di ebrei e 500.000 zingari.
Per ricordare questo tragico avvenimento la Comunità di Sant’Egidio ti invita alla presentazione del libro:
IL CASO ZINGARI
Interventi di:
Sandro Luciani
Comunità di Sant’Egidio
Nico Simoniello
Già Consigliere
XIX Municipio
Testimonianza di un giovane rom
ASSEMBLEA REGIONALE DEI GIOVANI DEMOCRATICI
venerdì 10 ottobre 2008
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL COMITATO SANT’ONOFRIO – MONTE MARIO
Ovvero come tentare di fermare un opera inutile, costosa e socialmente inutile, malgrado le amministrazioni non vogliano sentire ragioni.
Da ormai 7 anni i cittadini e le associazioni e i comitati del quartiere S.Onofrio cercano di evitare uno scempio urbanistico e sociale: l’allargamento della via Trionfale nel tratto tra l’ingresso Sud (Mac Donald) e piazza Monte Gaudio.
E nel consiglio municipale tenutosi il giorno 13 giugno 2008 presso la scuola Nazario Sauro, veniva finalmente votato all’unanimità un ordine del giorno che richiedeva al Comune di sospendere i lavori per dare avvio ad un processo partecipato teso a progettare una variante in corso d’opera per salvaguardare quel tratto di strada, riconoscendo di fatto l’inutilità del progetto.
Ma - c’è sempre un “ma”- approfittando della pausa estiva i lavori procedevano quel tanto che bastava a determinare realtà non più modificabili: messa in posa dei cordoli delle corsie e abbattimento di una serie di alberi di grosso fusto che caratterizzavano un lato della strada, ignorando sistematicamente la sequenza di lettere e le numerose proposte che il comitato S. Onofrio Monte Mario aveva inviato agli organi competenti, sperando, (ingenui) che questi venissero in qualche modo recepiti.
Il giorno 17 settembre è stato convocato un secondo consiglio municipale aperto alla cittadinanza, dove è stata presentata la variante promessa, ma preparata proprio da quei tecnici che precedentemente per 7 anni avevano negato ogni possibilità di modifica allo stesso progetto, e senza tener conto di tutte le indicazioni proposte dai cittadini.
Oltre tutto la variante suddetta si limita a lasciare inalterato il progetto, salvaguardando l’attuale sede stradale solo nel tratto dinanzi alla scuola Nazario Sauro (50 metri su 400).
La quasi totalità degli intervenuti ha quindi manifestato al presidente del municipio 19, all’assessore ai LL.PP del comune di Roma e hai consiglieri del municipio 19 il totale disconoscimento del metodo partecipativo e del contenuto tecnico oggetto del consiglio municipale.
La maggioranza del consiglio municipale ha comunque approvato una risoluzione che impegna il municipio a proseguire nel processo partecipato invitando gli organi rappresentativi dei cittadini nelle commissioni preposte ad individuare e a recepire successive soluzioni per migliorare la suddetta variante.
Il comitato e i cittadini, pur sfiduciati per le continue prese in giro, si renderanno ancora una volta disponibili ad offrire il loro contributo disinteressato, teso a conseguire realmente una migliore vivibilità del quartiere nel quale vivono e operano.
( NB. mi sono permesso di operare alcuni tagli e piccole modifiche al documento originale inviato al giornale IGEA)
Comunità di Sant’Egidio - Comunità Ebraica di Roma
Il "pellegrinaggio della memoria" si snoderà a ritroso da Piazza S. Maria in Trastevere lungo il percorso dei deportati di quel 16 ottobre 1943, che dal Ghetto furono condotti al Collegio Militare a Trastevere, prima di essere imprigionati nei treni con destinazione Auschwitz.


"La memoria del 16 ottobre è uno degli eventi maggiori della storia della nostra Roma contemporanea. A partire da questa memoria si costruisce un'idea di Roma e di solidarietà tra i romani. E' la memoria di una ferita all'intera città, ma soprattutto alla Comunità ebraica perpetrata, come un ladro nella notte, dopo che si era provveduto a isolare quella Comunità con le leggi razziste e con la politica fascista. A partire da quella memoria si afferma la volontà di un patto tra i romani per non dimenticare, per non isolare mai più nessuna comunità, per considerare la Comunità ebraica di questa città come uno dei luoghi decisivi per la nostra identità. Noi, come Sant'Egidio, ci sentiamo dentro questo patto a non dimenticare, che vuol dire non tollerare che nessuna comunità - soprattutto la comunità ebraica - sia isolata nella vita cittadina. Un patto per non dimenticare: è quello che si celebra ogni mese di ottobre con questa manifestazione". (Andrea Riccardi
Settimia Spizzichino: il dovere della memoria
Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho giurato quando sono tornata a casa; e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero.
Ho una buona memoria. E poi quei due anni li ho raccontati tante volte: ai giornalisti, alla televisione, ai politici, ai ragazzi delle scuole durante i molti viaggi che ho fatto per accompagnarli ad Auschwitz... anche se non sempre sono entrata nei particolari.
Ad Auschwitz si desidera tornare - anche molti di quei ragazzi lo desiderano - e a qualcuno sembra strano. Ma perché? È come andare al cimitero a portare un fiore e una preghiera. - Raccontavo sul pullman che ci portava in Polonia. È sul pullman che si parla, quando si arriva ad Auschwitz parla la guida e parlano le cose. Le poche che sono rimaste. C’è un museo, ma i forni crematori, le camere a gas, le costruzioni in muratura sono state distrutte. La prima volta che ci sono tornata ho provato più delusione che emozione, non riconoscevo il posto.
In questi cinquant’anni trascorsi da allora sono stata spesso sollecitata a scrivere questo libro. E io lo volevo fare; ma c’erano ancora i parenti di quelle che sono rimaste là, i genitori, i fratelli, i mariti, i figli delle mie compagne del gruppo di lavoro. Quarantotto eravamo, e sono uscita viva soltanto io. Molte di loro le ho viste morire, di altre so che fine hanno fatto. Come raccontare a una madre, a un padre, che la loro figlia di vent’anni è morta di cancrena per le botte ricevute da una Kapò? Come descrivere la pazzia di alcune di quelle ragazze a coloro che le amavano? Adesso molti dei genitori, dei fratelli, dei mariti, non ci sono più; le ferite non sono più così fresche. A quelli che restano spero di non fare troppo male. Ma adesso devo mantenere la promessa che ho fatto a quarantasette ragazze che sono morte ad Auschwitz, le mie compagne di lavoro. E a tutti gli altri milioni di morti dei Lager nazisti.
Di quel gruppo faceva parte anche mia sorella Giuditta. Giuditta, così bella, così fragile, deportata assieme a me il 16 ottobre 1943. Giuditta, causa involontaria della cattura mia e della mia famiglia.
(Dal libro "Gli anni rubati" di Settimia Spizzichino)
martedì 5 agosto 2008
Lavori di allargamento di Via Trionfale tratta Piazza Monte Gaudio - V. degli Scolopi: VERGOGNA!
Presenti 22 Votanti 22 Maggioranza 12 Voti favorevoli 22!!!
Il 17/6/08 l’impegno dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Roma, alla presenza degli abitanti del quartiere di Sant’Onofrio e delle maestre della Scuola Elementare Nazario Sauro, di sospendere dei lavori ritenuti da tutti inutili e dannosi e di procedere, attraverso un percorso partecipato, al riesame del progetto.
Sabato 28 giugno, durante il dibattito organizzato dall’Associazione Sant’Onofrio, il Presidente del municipio xix ribadiva il suo personale impegno a governare con il contributo dei cittadini e a realizzare con gli stessi una variante al progetto che riqualificasse il quartiere! Sue parole d’ordine: ASCOLTARE, PARTECIPARE, GOVERNARE!
Da quel giorno I cittadini sono stati tenuti all’oscuro di tutto e della variante non si e’ saputo più nulla!
Ma se il primo passo per allargare la Via Trionfale nel tratto sopra menzionato – ossia a compimento del progetto così come previsto all’origine, prima delle varie promesse - era quello di abbattere necessariamente gli alberi presenti sulla strada, puntualmente durante la notte fra il 30 e il 31 luglio questo è accaduto: sono infatti stati tagliati tutti i platani compresi tra via degli Scolopi e Via Morandi!
Queste azioni hanno compromesso definitivamente la fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini. Qualcuno dovrà rispondere di questo scempio fatto alla vivibilità del quartiere e dovrà assumersi le proprie responsabilità di fronte all’ennesimo “incidente mortale” sul percorso che porta ad un sano rapporto tra cittadini e amministratori: VERGOGNA!
http://nico-simoniello.blogspot.com/
martedì 22 luglio 2008
mi rende felice sapere che, a qualche mese di distanza, alcune battaglie condotte personalmente e col sostegno attivo da parte dei cittadini, stanno finalmente portando ai risultati sperati.
Durante la vecchia amministrazione eravamo riusciti a far costruire la rotatoria antistante l’Ufficio Postale Centrale di Via Sappada. Questo per consentire alle autovetture di poter tornare su Via Mario Fani senza dover commettere un’infrazione quasi necessaria, MA ANCHE per consentire agli autobus di giungere all’Ufficio Postale evitando soprattutto alle persone anziane e sole di percorrere a piedi – nel deserto di Via Pieve di Cadore – un tratto di strada lungo e pericoloso per la presenza dei numerosi ladri di pensione di turno.
A tal fine chiedemmo all’allora assessore ai Lavori Pubblici, Giancarlo D’Alessandro e all’ATAC di prolungare il percorso delle linee 48 e 990 e – a qualche mese di distanza – sono lieto di riportarvi il lancio stampa di Atac SpA, che spero avrete modo di diffondere!
Nico Simoniello
Prolungamento linee ATAC 49 e 990
"Da lunedì 28 luglio, la linea 48 (via Pieve di Cadore-piazza Mancini) prolungherà il percorso su via Pieve di Cadore fino all'altezza della nuova rotatoria dove i bus effettueranno l'inversione di marcia, e percorreranno via Pieve di Cadore, via Colli della Farnesina, viale Antonino da San Giuliano Lungotevere Diaz.
L'intervento è volto a servire al meglio l'ufficio postale di via Pieve di Cadore, dove la linea effettuerà il capolinea anche con la linea 990, e al tempo stesso verranno regolarizzati i percorsi nella zona della Farnesina".
Lo comunica, in una nota, Atac spa. "Queste le nuove fermate della linea - prosegue la nota - Andata: Pieve di Cadore/Ufficio Postale, via Pieve di Cadore; Pieve di Cadore all'altezza civico 23; Passo del Pordoi in via Mario Fani, all'altezza del civico 163; Antonino di San Giuliano, in viale Antonino di San Giuliano. Al ritorno la linea fermerà in queste nuove fermate: Stadio della Farnesina in viale Antonino da San Giuliano, 30 metri dopo via dei Robilant, Colli della Farnesina, in via della Farnesina, 16 metri prima il sottopasso, Pieve di Cadore, in via Pieve di Cadore, 10 metri prima del civico 11, Pieve di Cadore Ufficio Postale.
La linea ha frequenza di 21 minuti, da lunedì alla domenica.
Prolunga e modifica il percorso anche la linea 990 (via Pieve di Cadore-piazza Cavour), sempre lunedì 28 luglio, per garantire un migliore servizio per gli utenti dell'ufficio postale di via Pieve di Cadore, dove infatti la linea effettuerà il capolinea.
La frequenza media sarà di 10 minuti sette giorni su sette.
Dal nuovo capolinea i bus proseguiranno sull'omonima via fino alla nuova rotatoria, poi effettueranno l'inversione di marcia, via Pieve di Cadore, e percorso fino al capolinea di piazza Cavour. Ecco le nuove fermate. Andata. Pieve di Cadore/Uff.Postale, via Pieve di Cadore, altezza Ufficio Postale; Pieve di Cadore via Pieve di Cadore altezza civico 23; Passo del Pordoi, via Mario Fani altezza civico 163. Ritorno. Pieve di Cadore in via Pieve di Cadore 10 metri del civico 11"
sabato 12 luglio 2008
La Tenaglia che Stringe il Pd
sono le più difficili da quando la loro nave ha preso il largo,
peggiori ancora di quelle successive alla sconfitta. E da come
supereranno questa prova dipenderà moltissimo del futuro
dell'opposizione e della legislatura. Meritano molto rispetto, Walter
Veltroni e il Pd, perché queste ore le vivono stretti in una
tenaglia. Di qua, Antonio Di Pietro. Dopo averlo voluto unico alleato nelle
scorse elezioni, adesso Veltroni se lo ritrova nei panni non ancora
dell'avversario dichiarato, ma certo del concorrente duro e
spregiudicato; che non si fa scrupolo, anzi, di far ricorso, e con
successo alla piazza, contro Silvio Berlusconi, certo, ma anche
contro di lui. Di là, ovviamente, Berlusconi. Dopo gli scambi di cordialità,
e le reciproche promesse di dialogo, adesso Veltroni si trova di fronte
un capo del governo che per difendere i propri interessi non si
preoccupa affatto di metterlo in gravissime difficoltà, al punto di
offrire lui stesso, chissà quanto consapevolmente, munizioni
all'offensiva dipietrista, quasi che, a farsi rappresentare come il
Caimano, cominciasse a riprenderci gusto. Meritano molto rispetto,
Walter Veltroni e il Pd, perché questo su cui sono costretti a muoversi
in un contesto così sfavorevole è diventato, per loro, un terreno
minato. Tanto minato da rendere poco plausibile venirne fuori con
qualche accorgimento tattico, facendo affidamento sulla sola manovra
parlamentare, visto, oltretutto, che su questo piano governo e
maggioranza (nonostante i mal di pancia della Lega) concedono poco o,
per essere più precisi, nulla. Bisogna, in una parola, scegliere, e
farlo mettendo in conto che scelte indolori, che non comportino
rotture e comunque prezzi pesanti, non ce ne sono. E bisognerebbe scegliere
(qui il condizionale diventa d'obbligo) tenendo fede a quelle che
sono state rappresentate, a suo tempo, come le ragioni di fondo nel cui
nome entravano in scena un nuovo partito e un nuovo leader. Non solo per
limitare il danno in una prova elettorale comunque destinata alla
sconfitta, ma, si è detto, per inaugurare una pagina nuova nella vita
politica italiana. Se Walter Veltroni e il Pd riuscissero a farlo,
non meriterebbero solo rispetto, ma anche apprezzamento. E riconoscenza.
Archiviare l'idea antica, forse inconfessabile ma sicuramente assai
radicata, secondo cui l'iniziativa giudiziaria è una sorta di
prosecuzione della politica con altri mezzi; liberarsi dell'idea più
antica ancora, e ancora più radicata, secondo la quale l'avversario
non è soltanto politicamente deprecabile, ma è anche e soprattutto un
furfante che vince giocando nel modo più scorretto e sleale per
abbindolare il popolo bue, e poi della politica e del potere si
avvale soltanto per tutelare in dispregio di ogni regola i propri sordidi
interessi; abbandonare la presunzione di essere, quasi per
definizione, detentori di una superiore moralità. Tutto questo non è difficile. Se
lo si vuol fare davvero, è difficilissimo. Tanto più se l'avversario
in questione fa di tutto (basta vedere quanto sta capitando con il
cosiddetto lodo Alfano) per confortarti in questi cattivi pensieri;
se tanta parte della tua gente continua a nutrirli; se
l'antiberlusconismo è stato per un quindicennio almeno il collante del tuo mondo. Ma
senza una simile rivoluzione, infinitamente più impegnativa delle
chiacchiere sulla necessità del dialogo, che un giorno compare, il giorno dopo si
inabissa e il terzo torna a fare capolino, tutte le promesse
sull'avvento del tempo nuovo del bipolarismo o addirittura del
bipartitismo finalmente dispiegato perdono peso e valore. E perdono
quota anche le speranze di mettere in piedi in tempi utili
un'opposizione che ambisca finalmente a sottrarre al centrodestra —
dopo quindici anni! — la maggioranza del voto popolare.
Forse più che verso la cosiddetta sinistra radicale, che ha tanti
difetti e tanti guai, ma almeno da quello che impropriamente
chiamiamo giustizialismo è in larga misura immune, è nei confronti delle
bravissime persone che ieri si sono date numerose convegno a piazza
Navona che andrebbe condotta quella che un tempo si chiamava una
battaglia politica e ideale. Per sottrarne quante più è possibile
all'egemonia di culture, chiamiamole così, e di leader che con il
riformismo e la sinistra così come mediamente si intendono sotto ogni
cielo non hanno niente da spartire. Non c'è riformista sulla faccia
della terra a cui potrebbero passare per la testa le volgarità
inaudite di Beppe Grillo sul presidente Napolitano, non c'è donna di sinistra
che pronuncerebbe le parole riservate a un'altra donna, ancorché
ministro del governo Berlusconi, da Sabina Guzzanti: e suonano un po'
ipocrite le parole di dissociazione che, a cose fatte, alcuni
illustri partecipanti alla manifestazione si sono sentiti in dovere di dire.
Veltroni, prendendo le distanze da Di Pietro, ha detto nei giorni
scorsi che delle alleanze si giudicano gli esiti, ma non ci si pente.
Anche se pentimento in politica è una parola stupida e un po'
equivoca, sbaglia. Quello fu un errore. Un errore serio e grave, destinato in
partenza a produrre i guai che ha prodotto e che non riguardano solo
quella buona creanza per cui non si dà del magnaccia al presidente
del Consiglio. Riconoscerlo e tirarne le conseguenze (che non significa
affatto alzare bandiera bianca sulla giustizia) sarà impopolare, ma è
necessario. E i leader veri, e convinti delle proprie idee, sanno che
ci sono momenti in cui l'impopolarità bisogna sfidarla.
paolo franchi sul corriere della sera del 9 luglio 2008
martedì 8 luglio 2008
L'Associazione Sant'Onofrio VIII FESTA d'ESTATE Sabato 28 Giugno

VIII Festa d'Estate --Partecipazione-
Mobilità via Trionfale 1/2
Mobilità via Trionfale 2/2
VIII Festa d'Estate - Area parco
VIII Festa d'Estate - V. pres.PERI BENITO Municipio 19 roma-
VIII Festa d'Estate -- Urbanizzazione Municipio19
Intervento pres. Alfredo Milioni Municipio 19 Roma N1/3
Intervento pres. Alfredo Milioni Municipio 19 Roma 2/3
Intervento pres. Alfredo Milioni Municipio 19 Roma 3/3
mercoledì 18 giugno 2008
LAVORI DI ALLARGAMENTO DELLA VIA TRIONFALE
preso atto dell’indisponibilità dei cittadini all’esecuzione dei lavori così come predisposti dall’Amministrazione, che invadono di quattro metri l’attuale accesso alla scuola Nazario Sauro;
Voti favorevoli 22
martedì 17 giugno 2008
Qualcosa di nuovo comincia a sentirsi nell’aria
n.p.s. approfitto per ricordarvi l’appuntamento di sabato 28 giugno per l’annuale storica festa dell’associazione Sant’Onofrio. Impossibile mancare! Il relativo programma su questo blog.

h. 17.30 Incontro/dibattito tra Cittadini, Associazioni e Istituzioni su: Partecipazione, Mobilità e Ambiente nel nostro territorio (in collaborazione con l’Ass. Cult. IGEA)
h. 19.30 Momento conviviale
h. 20.30 Momento musicale
In caso di pioggia l’avvenimento si terrà nella sede di Via Fornelli, 2
La parrucca del Re Sole che governa il Bel Paese. di EUGENIO SCALFARI

Purtroppo questo suo giudizio fotografa esattamente la realtà. Non sarà fascismo, ma certamente è un allarmante "incipit" verso una dittatura che si fa strada in tutti i settori sensibili della vita democratica, complici la debolezza dei contropoteri, la passività dell'opinione pubblica e la sonnolenta fragilità delle opposizioni.
Questa sempre più evidente deriva democratica, che si è profilata fin dai primi giorni della nuova legislatura ed è ormai completamente dispiegata davanti ai nostri occhi, ha trovato finora il solo argine del capo dello Stato. Giorgio Napolitano sta impersonando al meglio il suo ruolo di custode della Costituzione. L'ha fatto con saggezza e fermezza, dando il suo consenso alle iniziative del governo quando sono state dettate da necessità reali come nella crisi dei rifiuti a Napoli, ma lo ha negato nei casi in cui le emergenze erano fittizie e potevano insidiare la correttezza dei meccanismi costituzionali. Sarebbe tuttavia sbagliato addossare al presidente della Repubblica il peso esclusivo di arginare quella deriva: se la dialettica si riducesse soltanto al rapporto tra il Quirinale e Palazzo Chigi la partita non avrebbe più storia e si chiuderebbe in brevissimo tempo. Bisognerà dunque che altre forze e altri poteri entrino in campo.
Bisogna denunciare e fermare la militarizzazione della vita pubblica italiana della quale l'esempio più clamoroso si è avuto con i provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri di venerdì sulla sicurezza e sulle intercettazioni: due supposte emergenze gonfiate artificiosamente per distrarre l'attenzione dalle urgenze vere che angustiano gran parte delle famiglie italiane.
E' la prima volta che l'Esercito viene impegnato con funzioni di pubblica sicurezza. Quando fu assassinato Falcone e poi, a breve distanza di tempo, Borsellino, contingenti militari furono inviati in Sicilia per presidiare edifici pubblici alleviando da quelle mansioni la Polizia e i Carabinieri affinché potessero dedicarsi interamente alla lotta contro una mafia scatenata. Ma ora il ruolo che si vuole attribuire alle Forze Armate è del tutto diverso: pattugliamento delle città con compiti di pubblica sicurezza e quindi con poteri di repressione, arresto, contrasti a fuoco con la delinquenza.
Che senso ha un provvedimento di questo genere? Quale utilità ne può derivare alle azioni di contrasto contro la malavita? La Polizia conta ben oltre centomila effettivi, altrettanti ne conta l'Arma dei carabinieri e altrettanti ancora la Guardia di finanza. Affiancare a queste forze imponenti un contingente di 2.500 soldati è privo di qualunque utilità. Se il governo si è indotto ad una mossa tanto inutile quanto clamorosa ciò è avvenuto appunto per il clamore che avrebbe suscitato. Tanto grave è l'insicurezza delle nostre città da render necessario il coinvolgimento dell'Esercito: questo è il messaggio lanciato dal governo. E insieme ad esso l'eccezionalità fatta regola: si adotta con una legge ordinaria una misura che presupporrebbe la dichiarazione di una sorta di stato d'assedio, di pericolo nazionale. Un provvedimento analogo fu preso dal governo Badoglio nei tre giorni successivi al 25 luglio del '43 e un'altra volta nel '47 subito dopo l'attentato a Togliatti. Da allora non era più avvenuto nulla di simile: la Pubblica sicurezza nelle strade, le Forze Armate nelle caserme, questa è la normalità democratica che si vuole modificare con intenti assai più vasti d'un semplice quanto inutile supporto alla Pubblica sicurezza.
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Il disegno di legge sulle intercettazioni parte dalla ragionevole intenzione di tutelare con maggiore efficacia la privatezza delle persone senza però diminuire la capacità investigativa della magistratura inquirente.
Analoghe intenzioni avevano ispirato il ministro della Giustizia Flick e dopo di lui il ministro Clemente Mastella, senza però che quei provvedimenti riuscissero a diventare leggi per la fine anticipata delle rispettive legislature.
Adesso presumibilmente ci si riuscirà ma anche in questo caso, come per la sicurezza, il senso politico è un altro rispetto alla "ragionevole intenzione" cui abbiamo prima accennato. Il senso politico, anche qui, è un'altra militarizzazione, delle Procure e dei giornalisti. Le Procure. Anzitutto un elenco dei reati perseguibili con intercettazioni. Solo quelli, non altri. E' già stato scritto che lo scandalo di Calciopoli non sarebbe mai venuto a galla senza le intercettazioni. Così pure le scalate bancarie dei "furbetti". Ma moltissimi altri. Per chiudere sul peggiore di tutti: la clinica milanese di Santa Rita, giustamente ribattezzata la clinica degli orrori.
Le intercettazioni poi non possono durare più di tre mesi. Non c'è scritto se rinnovabili e dunque se ne deduce che rinnovabili non saranno. Cosa Nostra, tanto per fare un esempio, è stata intercettata per anni e forse lo è ancora. Tre mesi passano in un "fiat", lo sappiamo tutti.
I giornalisti e i giornali. C'è divieto assoluto alla pubblicazione di notizie fin all'inizio del dibattimento. Il deposito degli atti in cancelleria non attenua il divieto. Perché? Se le parti in causa o alcune di esse vogliono pubblicizzare gli atti in loro possesso ne sono impedite. Perché? Non si invochi la presunzione di innocenza poiché se questa fosse la motivazione del divieto bisognerebbe aspettare la sentenza definitiva della Cassazione. Dunque il motivo della secretazione è un altro, ma quale?
In realtà il divieto non è soltanto contro giornali e giornalisti ma contro il formarsi della pubblica opinione, cioè contro un elemento basilare della democrazia. Il caso del Santa Rita ha acceso un dibattito sull'organizzazione della Sanità, sul ruolo delle cliniche convenzionate rispetto al Servizio sanitario nazionale. Dibattito di grande rilievo che potrebbe aver luogo soltanto all'inizio del dibattimento e cioè con il rinvio a giudizio degli imputati. L'eventuale archiviazione dell'istruttoria resterebbe ignota e così mancherebbe ogni controllo di opinione sul motivo dell'archiviazione e su una possibile critica della medesima. Così pure su possibili differenze di opinione tra i magistrati inquirenti e l'ufficio del Procuratore capo, sulle avocazioni della Procura generale, su mutamenti dei sostituti assegnatari dell'inchiesta. Su tutti questi passaggi fondamentali la pubblica opinione non potrebbe dire nulla perché sarebbe tenuta all'oscuro di tutto.
Sarà bene ricordare che il maxi-processo contro "Cosa Nostra" fu confermato in Cassazione perché fu cambiato il criterio di assegnazione dei processi su iniziativa del ministro della Giustizia dell'epoca, Claudio Martelli, allertato dalla pressione dei giornali in allarme per le pronunce reiterate dell'allora presidente di sezione, Carnevale. Tutte queste vicende avvennero sotto il costante controllo della stampa e della pubblica opinione allertata fin dalla fase inquirente. Falcone e Borsellino non erano giudici giudicanti ma magistrati inquirenti. Mi domando se avrebbero potuto operare con l'efficacia con cui operarono senza il sostegno di una pubblica opinione esaurientemente informata. Le gravi penalità previste da questa legge nei confronti degli editori costituiscono un gravame del quale si dovrebbero attentamente valutare gli effetti sulla libertà di stampa. Esso infatti conferisce all'editore un potere enorme sul direttore del giornale: in vista di sanzioni così gravose l'editore chiederà a giusto titolo di essere preventivamente informato delle decisioni che il direttore prenderà in ordine ai processi. Di fatto si tratta di una vera e propria confisca dei poteri del direttore perché la responsabilità si sposta in testa al proprietario del giornale.
Si militarizza dunque il giudice, il giornalista ed anche la pubblica opinione.
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Ha ragione il collega D'Avanzo nel dire che questi provvedimenti stravolgono la Costituzione. Identificano di fatto lo Stato con il governo e il governo con il "premier". Se poi si aggiunge ad essi il famigerato lodo Schifani, cioè il congelamento di tutti i processi nei confronti delle alte cariche dello Stato, l'identificazione diventa totale.
Qui il nostro discorso arriva ad un punto particolarmente delicato e cioè al tema dell'opposizione parlamentare.
Parlo di tutte le opposizioni politiche. Ma in particolare parlo del Partito democratico. Negli ultimi giorni il Pd e Veltroni quale leader di quel partito hanno assunto su alcune questioni di merito atteggiamenti di energica critica nei confronti del governo. La luna di miele di Berlusconi è ancora in pieno corso con l'opinione pubblica e con la maggior parte dei giornali ma è già svanita in larga misura con il Partito democratico. Salvo un punto fondamentale, più volte ribadito da Veltroni: il dialogo deve invece continuare sulle riforme istituzionali e costituzionali.
E' evidente che questa "riserva di dialogo" condiziona inevitabilmente il tono complessivo dell'opposizione. Le riforme istituzionali e costituzionali sono di tale importanza da trasformare in "minimalia" i contrasti di merito su singoli provvedimenti. Tanto più che Tremonti chiede all'opposizione di procedere "sottobraccio" per quanto attiene alla strategia economica; ecco dunque un'ulteriore "riserva di dialogo". Sembrerebbe, questa, una novità a tutto vantaggio dell'opposizione ma non è così. La politica economica italiana dovrà svolgersi nei prossimi anni sotto l'occhio vigile delle Autorità europee. Che ci piaccia o no, noi siamo di fatto commissariati da Bruxelles.
Tremonti dovrà assumere responsabilità impopolari. Necessarie, ma impopolari e vuole condividere con l'opposizione quell'impopolarità.
Intanto, nel merito delle riforme, Berlusconi procede come si è detto e visto, alla militarizzazione del sistema. "L'Etat c'est moi" diceva il Re Sole e continuarono a dire i suoi successori fin quando scoppiò la rivoluzione dell'Ottantanove. Voglio qui ricordare che uno dei modi, anzi il più rilevante, con il quale l'identificazione dello Stato con la persona fisica del Re si realizzò fu l'asservimento dei Parlamenti al volere della Corona. Gli editti del Re per entrare in vigore avevano bisogno della registrazione dei Parlamenti e soprattutto di quello di Parigi. Questa era all'epoca la sola separazione di poteri concepita e concepibile. Ma il re aveva uno strumento a sua disposizione: poteva ordinare ai Parlamenti la registrazione dell'editto. Di fronte all'ordine scritto del Sovrano il Parlamento registrava "con riserva" e l'editto entrava in funzione. Di solito quest'ordine veniva dato molto di rado ma col Re Sole e con i suoi successori diventò abituale. Quando i Parlamenti si ribellarono ostinandosi a non obbedire il Re li sciolse. Il corpo del Re prevalse sulla labile democrazia del Gran Secolo.
Il Re Sole. Ma qui il sole non c'è. C'è fanghiglia, cupidigia, avventatezza, viltà morale. Corteggiamento dell'opposizione. Montaggio di paure e di pulsioni. Picconamento quotidiano della Costituzione.
Quale dialogo si può fare nel momento in cui viene militarizzato il Paese nei settori più sensibili della democrazia? Il Partito democratico ha un solo strumento per impedire questa deriva: decidere che non c'è più possibilità di dialogo sulle riforme per mancanza dell'oggetto. Se lo Stato viene smantellato giorno per giorno e identificato con il corpo del Re, su che cosa deve dialogare il Pd? E' qui ed ora che il dialogo va fatto, la militarizzazione va bloccata. Le urgenze e le emergenze vanno trasferite sui problemi della società e dell'economia.
"In questo nuovo buon clima si può fare molto e molto bene" declama la Confindustria di Emma Marcegaglia. Qual è il buon clima, gentile Emma? Quello dei pattuglioni dei granatieri che arrestano gli scippatori e possono sparare sullo zingaro di turno? Quello dell'editore promosso a direttore responsabile? Quello del magistrato isolato da ogni realtà sociale e privato di "libero giudizio"? Quello dei contratti di lavoro individuali? E' questo il buon clima?
Ricordo che quando furono pubblicati "on line" gli elenchi dei contribuenti ne nacque un putiferio. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, autore di tanto misfatto, fu incriminato e si dimise. Ma ora il ministro Brunetta pubblica i contratti di tutti i dirigenti pubblici e le retribuzioni di tutti i consulenti e viene intensamente applaudito e incoraggiato. Anch'io lo applaudo e lo incoraggio come ho applaudito allora Visco e Romano. Ma perché invece due pesi e due misure? La risposta è semplice: per i pubblici impiegati si può.
E' questo il buon clima? Attenti al risveglio, può essere durissimo. Può essere il risveglio d'un paese senza democrazia. Dominato dall'antipolitica. Dall'anti-Europa. Dall'anarchia degli indifferenti e dalla dittatura dei furboni.
Io trovo che sia un pessimo clima.
(15 giugno 2008)
venerdì 16 maggio 2008
Valutazione politica post-elezioni
Eppure la compagine del centrosinistra alle elezioni del 2006 aveva perso in due mesi di campagna elettorale un vantaggio di circa l’8/10% (quello che invece non ha perso Berlusconi nel 2008) pervenendo ad una vittoria di Pirro con due/tre voti di vantaggio al Senato e non è riuscita a spiegare all’Italia che non si governa efficacemente con una situazione in cui ogni piccolo partitino poteva bloccare qualsiasi intervento legislativo, indipendentemente dalla qualità dell’azione di Governo. In ogni caso i risultati positivi raggiunti del Governo Prodi, in campagna elettorale, sono stati troppo presto oscurati e “rimossi”.
2) Il Partito Democratico può essere un grande Partito Riformista moderno, con il 33/34 % dei voti. E’ chiaro che le elezioni sono arrivate quando il PD era ancora in fase di costituzione, e ciò ci ha sicuramente danneggiato, ma, da un altro punto di vista, il PD poteva presentarsi anche come la novità politica, “non logorata” da anni di coinvolgimento nella “casta”.
Non si può sottovalutare in tal senso l’enfasi che è stato dato a questo aspetto nel momento in cui Veltroni ha deciso coraggiosamente di andare in pratica da soli al confronto elettorale: è stata una mossa giusta ed azzeccata, di fronte alle ambiguità nel governo e alle arretratezze culturali dimostrate dalle forze della Sinistra Arcobaleno, che ha permesso di presentarci agli elettori con una fisionomia moderna, riformista, da partito post-ideologico.
3) Però la sconfitta è arrivata anche dove si è governato bene, come in Friuli e laddove il centrosinistra aveva governato dal lungo tempo, con importanti risultati amministrativi come Roma.
Allora i tradizionali paradigmi di valutazione fin qui utilizzati rischiano di non essere più adeguati. C’è qualcosa di più profondo da comprendere; c’è una parte di realtà sociale che sta sfuggendo alle nostre analisi; c’è una modalità di comunicazione del centrosinistra che non penetra più in alcune larghe fasce popolari; c’è una carenza di Cultura di Governo nel centrosinistra che non risponde ai nuovi bisogni e che non ci permette di presentarci come “differenti da tutti gli altri” (c’è una bella differenza tra la “diversità berlingueriana” auto-ghettizzante e il non riuscire a distinguersi dalla “casta imperante”!!).
Si guardi al caso di Roma durante il secondo mandato Veltroni, che ha promosso un processo di accentramento molto intenso a sfavore dei Municipi senza dotarsi di una struttura tecnica e umana a livello centrale in grado gestire questo processo. Pur rifuggendo completamente da giudizi superficiali e discutibili usciti in queste settimane sugli organi di informazione, è evidente che se la gente ha in parte voltato le spalle alle giunte Veltroni/Rutelli vuol dire che qualcosa si era spezzato. E secondo noi il problema centrale è stato la mancanza di sintonia con tutti gli strati medio-bassi della popolazione romana. Ma non solo sulla questione della sicurezza, ma su tante aspetti (mobilità, trasporti, infrastrutture in particolare) che riguardano il vivere quotidiano della gente su cui ormai molti degli amministratori della giunta Veltroni non erano più in grado di avere un benché minimo di presa
4) L’Italia è un Paese che ambirebbe a rimanere tra i grandi Paesi occidentali industrializzati, che sfidano e affrontano positivamente la globalizzazione, con una unità di intenti tra le forze sociali e politiche nell’interesse nazionale ora si rischia di andare alla deriva come i paesi del Sud America governati da formazioni politiche populiste, demagogiche, con tratti autarchici in economia.
5) Se lo scenario dei prossimi anni sarà questo, la necessaria Cultura di Governo che il Centrosinistra riformista, e quindi il PD, dovrà dimostrare anche all’opposizione, si deve caratterizzare in maniera nettamente differente dall’ultimo decennio. Le Giunte regionali e locali dove si è maggioranza e a livello nazionale dove si è principale forza di opposizione, il PD deve dimostrare che non governa solo amministrando bene, (e talvolta neanche questo, come a Napoli) solo mettendo a posto i conti pubblici, di solito sfasciati dal centrodestra spendaccione e tutt’altro che moderna forza liberale moderna. Ciò non è più sufficiente!!! NON BASTA PIU’!!!
Ora più che mai (e purtroppo non lo si è fatto negli ultimi anni, ma è ancor più necessario dopo che le forze della sinistra radicale non sono rappresentate in Parlamento), alla capacità di proposizione costruttiva e razionale valida per governare il cambiamento bisogna assolutamente coniugare una capacità evocativa dei principi ideali di forze del cambiamento, che sappiano risvegliare il “pathos” dei cittadini. Il PD oggi può dire cose importantissime sulla questione della distribuzione sempre più ineguale del reddito, dell’emergenza ambientale, dei diritti civili e della persona. Si tratta di un doppio impegno culturale e politico, da adottare come azione democratica “ad alta energia”, che il PD deve adottare come condotta costante negli anni a venire, altrimenti il centrodestra riuscirà a mantenere il potere per decenni!
7) All’opposizione deve esserci un Governo ombra, con una capacità di elaborazione politica e programmatica che coinvolga tutte le forse sociali, i movimenti, le associazioni di cittadini, in modo da essere presente molto di più nel territorio e a contatto con la gente ed i suoi bisogni. Dove si è forza di Governo, bisogna dire forte e chiaro ai nostri rappresentanti eletti (ma vale anche per noi stessi, per poterci legittimamente identificare) che bisogna smetterla di apparire, e troppo spesso essere, forza “borghese”, seduta e paludata, incapace di distinguersi, forza appartenente alla Casta (come e quanto lo è il Centrodestra!!), che non sa parlare chiaro e diretto perchè coinvolta e attaccata al potere quanto gli altri . Il popolo del Centrosinistra non può accettare, a differenza di quello di centrodestra, che “i politici siano, o appaiano, tutti uguali!!”.
8) A Roma la scelta di Rutelli ed anche alcune scelte infelici delle candidature al Parlamento nel PD sono apparse sotto questa luce.
Il PD è nato con le primarie e non può permettersi di rinunciare ad una largo uso delle modalità di scelta dal basso dei propri rappresentanti, pena il proprio decadimento!!
Per questo è necessario investire nelle giovani generazioni e i più anziani ed esperti devono lasciare spazio politico al linguaggio, alle nuove sensibilità, all’entusiasmo dei più giovani, non con questo disimpegnandosi, ma mettendo a disposizione l’esperienza accumulata. Questo deve avvenire nei circoli territoriali, nei municipi, nei consigli comunali, fino ai livelli nazionali, garantendo prima di tutto che gli aspetti valoriali, la passione politica, la competenza ed il merito, nonché la capacità di rappresentare i cittadini, prevalgano costantemente “alla luce del sole” sulla selezione per cooptazione basata sulla fedeltà e sulla mancanza di autonoma capacità critica.
In questo modo si può sperare di far crescere solide radici nel Partito Democratico, dove la leadership non dovrà più apparire monocratica, come è stato necessario nel periodo elettorale, ma realmente sostenuta da un convinto consenso degli aderenti e da una solidale collaborazione nel gruppo dirigente.
Cercando di diffondere il sistema valoriale di un serio riformismo adeguato alle esigenze del XXI secolo e le suddette impostazioni a tutti i livelli, soprattutto tra le nuove generazioni, anche tramite un impegno convinto ed importante nel sistema formativo, si può dare un contributo determinante allo sviluppo di una Società Aperta e sperare per il prossimo futuro in un Paese più normale, più laico, più maturo.
Duccio Iacovoni e Paolo Occhialini
giovedì 8 maggio 2008
come già avrete avuto modo di sapere, a seguito dell'esito del ballottaggio, la nuova "maggioranza" in Consiglio di Municipio, così come in Consiglio Comunale, sarà costituita da appartenenti al Popolo della Libertà. Nello specifico del nostro territorio l'opposizione sarà composta dal presidente uscente Lazzara, da 1 rappresentante del La Sinistra-L'Arcobaleno, 1 (opposizione?) dell' UDC e da 7 consiglieri del Partito Democratico. Io dovrei essere il primo dei non eletti per sole 2 preferenze! In attesa di una conferma sui dati ufficiali e di un eventuale ricorso per il conteggio dei voti validi assegnati - con la speranza di non venire nel frattempo assalito da stati di depressione infinita - colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuto in questo ultimo mese e mezzo e soprattutto nei 18 mesi trascorsi da consigliere municipale. Si è trattato di un'esperienza difficile quanto affascinante nella quale ho cercato di trasmettere la mia passione per il sociale e il mio impegno nel difendere/migliorare la vivibilità dei quartieri del nostro territorio. In ogni modo non ho alcuna intenzione di lasciare il campo, promettendo sin da ora l'assoluta disponibilità a continuare il lavoro fin qui svolto, a costruire dal basso il futuro del partito a favore del quale ho scelto di impegnarmi e che in questo momento appare più che mai nebuloso, a contribuire a sollevare la città e il paese in cui viviamo dallo stato di enorme difficoltà in cui da troppo tempo permangono. Già nei prossimi giorni ho intenzione di "aprire" questo blog a nuove forme di partecipazione ... vi terrò informati. Grazie ancora del vostro sostegno ed affetto: trasmettono una forza che non potete immaginare. un abbraccio a tutti Nico Simoniello
martedì 22 aprile 2008
le quasi 500 preferenze ricevute nella tornata elettorale appena trascorsa testimoniano l’apprezzamento per il lavoro fin qui fatto e soprattutto una grande fiducia verso quanto è ancora da fare.
Questo è ancor più vero se il risultato lo si confronta con quello degli altri consiglieri uscenti del gruppo dell’Ulivo. Tutti in perdita di consensi tranne coloro che provengono, come me, dalla “vecchia” lista civica per Veltroni.
Purtroppo il mio pur ottimo risultato non mi consente ancora di entrare a far parte del nuovo consiglio municipale. Questo potrà avvenire solo con la vittoria della nostra coalizione e del nostro candidato presidente del municipio XIX - Fabio Lazzara - nel ballottaggio dei prossimi 27 e 28 aprile.
Negli stessi giorni saremo chiamati a decidere il futuro di Roma, la città che amiamo e a cui apparteniamo. Una città che vogliamo affidare a Francesco Rutelli, perché pensiamo che sarà un sindaco migliore di Alemanno.
Senza dimenticare i limiti alla gestione di una città, così grande e articolata, non possiamo negare che negli ultimi anni Roma ha cambiato volto, si è rimessa in moto; ci sono oggi per tutti noi più opportunità di quante ce ne fossero quindici anni fa.
Roma deve continuare a crescere.
Domenica 27 e lunedì 28 aprile è necessario andare alle urne e votare per
LAZZARA presidente del municipio XIX
RUTELLI sindaco di Roma
ZINGARETTI presidente della Provincia
sabato 22 marzo 2008
indisciplinata, ma il silenzio
avvelena l’anima…”
da “Antologia di Spoon River” di
Edgar Lee Masters
Chi sono?
Mi chiamo Nicola Simoniello, Nico per gli amici, ho 37 anni e negli ultimi 20 mesi, in quanto Consigliere del Municipio Roma XIX, ho ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Sicurezza con delega alla gestione delle problematiche del Campo Nomadi di Via Cesare Lombroso, operando - insieme alle associazioni di volontariato - con la convinzione che in questo settore nessun risultato si può ottenere senza che il principio della legalità sposi quello dell’accoglienza.
Questo è l’insegnamento ricevuto da tanti anni di impegno nel volontariato e nell’associazionismo.
Socio fondatore dell’Associazione Sant’Onofrio, tesa alla promozione di interventi di carattere sociale, alla tutela e alla valorizzazione della natura e dell’ambiente, tuttora svolgo la mia attuale attività di volontario attraverso interventi di manutenzione, di organizzazione di eventi ludici e di formazione ambientale presso il Parco di Sant’Onofrio, un’area verde, che si trova all’interno del Parco Regionale Urbano del Pineto.
Grazie all’impegno profuso da me e da altri, in questi anni l’Associazione Sant’Onofrio è diventata una delle poche realtà riconosciute ed operanti sul territorio in materia sociale e ambientale.
Tra le mie esperienze più significative, sicuramente quella di educatore Scout, dal 1990 al 2000, e dal 1997 Quadro Associativo dell’AGESCI, anno in cui ho ottenuto il brevetto di educatore rilasciato dalla World Organization of the Scout Movement dopo aver compiuto l’intero iter formativo.
Sono stato socio del Gruppo Giovani Lazio dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale, Presidente della Commissione Giovani nella Parrocchia di San Francesco a Monte Mario e Volontario nella Protezione Civile presso il Gruppo di Consulenza Tecnico Operativo.
Laureato in Giurisprudenza, mi sono occupato di formazione e qualificazione del personale presso il Centro di Formazione e Studi FORMEZ e di consulenza legale e gare d’appalto presso varie aziende private (Mercedes Benz Italia, Sysco Srl. ed attualmente presso il Gruppo Erreclima).
I miei obiettivi
AMBIENTE
· Salvaguardia e recupero delle aree verdi con interventi mirati, in collaborazione con le associazioni che si occupano di ambiente (abbiamo già attivato un procedimento di esproprio per il parco di Sant’Onofrio); Creazione di percorsi di collegamento ciclo-pedonale fra i parchi del municipio (insugherata, pineto, vejo) e al loro interno.
· Promozione di corsi di formazione ambientale e visite guidate per scuole elementari e medie inferiori; Attività educative volte al recupero/riciclo rifiuti e corsi di educazione alla raccolta differenziata.
RAPPORTO CITTADINO/ISTITUZIONE
· Favorire il rapporto fra i cittadini e le istituzioni attraverso degli incontri semestrali sulle attività svolte dalle diverse commissioni del municipio.
· Favorire l’emersione dei “saperi”, delle competenze, delle passioni, delle vocazioni per rompere l’isolamento e sviluppare le relazioni sociali attraverso la promozione di cd. Banche del Tempo – peraltro già da noi istituite nella passata consiliatura - in cui chi ha la possibilità possa mettersi a disposizione di chi ha la necessità.
· Costruire una rete di rapporti istituzionali (Questure, Prefetture, Ministeri, Ambasciate, consiglieri aggiunti …) per venire incontro alle richieste/necessità delle tante comunità presenti nella nostra città.
MOBILITA’/STRADE/PARCHEGGI
· Con la creazione di una rotatoria su Via Sappada, di cui sono stato promotore, abbiamo evitato le numerose infrazioni dei mezzi privati per il rientro su Via Pieve di Cadore verso Via Fani partendo dall’ufficio postale e soprattutto garantiremo, nel breve, la possibilità di giungere con mezzi pubblici allo stesso ufficio. Dopo anni di promesse abbiamo provveduto ad una prima sistemazione dei marciapiedi di Via Stresa, in attesa dei lavori già programmati di rifacimento della stessa Via Stresa e di Via Fani:
· Monitoraggio delle linee ATAC e Ferrovia FM3 per frequenza; dotazione presso le fermate degli autobus di pensiline e panchine; incremento e manutenzione dei parcheggi di interscambio (presso le fermate della Ferrovia FM3). Creare con i cittadini delle forme di consultazione/partecipazione, già in parte avviate, che accompagnino sin dalle fasi iniziali la progettazione e la successiva realizzazione in sicurezza di parcheggi interrati (PUP) nell’ambito del municipio. Abbattimento delle barriere architettoniche per favorire la mobilità dei disabili e creazione di percorsi pedonali privilegiati e protetti per i bambini verso le scuole e i giardini pubblici;
· Istituzione ed organizzazione del trasporto condiviso, attraverso il servizio Car sharing, peraltro già adottato in alcuni municipi limitrofi.
BAMBINI/ANZIANI
· Rispondere alla necessità di nuovi asili nido, dopo averne aperti 2 in questi 20 mesi di consiliatura. Organizzare spazi bambini/genitori, per dare la possibilità di partecipare ad attività di gioco e di laboratorio proposte da operatori specializzati. Garantire un'assistenza qualificata ai bambini con il censimento di risorse competenti, in modo da facilitare l'incontro domanda/offerta.
· Rivitalizzare e valorizzare la memoria degli anziani, patrimonio prezioso, coinvolgendoli come soggetti attivi nell’utilizzo del proprio tempo; Consentire inoltre di ricostruire relazioni tra diverse generazioni, favorendo la trasmissione di esperienze e saperi (recupero memoria storica); Favorire luoghi e occasioni d’incontro per anziani attraverso l’assegnazione di locali e la promozione di attività culturali gratuite o finanziate con sponsorizzazioni; Implementare l’utilizzo degli "ausiliari del territorio", reperibili tra gli anziani e i pensionati soprattutto in prossimità delle scuole e delle aree verdi;
CULTURA
· Individuare ulteriori spazi per l'Estate Romana di municipio – già sperimentata la scorsa estate – con la valorizzazione delle Piazze attraverso attività culturali, mostre e musica. Valorizzare l'aspetto educativo, sociale e formativo dello sport attraverso la programmazione di eventi gratuiti gestiti da operatori del settore. Dare più spazi ai giovani per esprimersi, sperimentarsi e partecipare, promuovendo la nascita di luoghi di aggregazione (spazi teatrali, sale prova, saloni per feste…); favorire la nascita di biblioteche di quartiere.
· Continuare un lavoro già iniziato insieme alle associazioni di volontariato che implementi la cultura del rispetto e dell’accoglienza per contrastare qualsiasi forma di discriminazione, favorendo l’incontro e il dialogo fra persone di nazionalità, culture, religioni differenti; favorire la cultura della vita contro la pena di morte (siamo stati promotori insieme alla Comunità di Sant’Egidio della intitolazione di una piazza del municipio al condannato a morte Dominique Green…)
· Valorizzazione e riqualificazione di aree d’interesse storico e culturale (ad es. Fontanile di Pio IX su Via Trionfale, sul quale abbiamo già richiesto un finanziamento alla Regione Lazio).